Long term retention: perché è importante
I termini tecnici legati alle modalità di backup e relative procedure sono numerosi, ma uno in particolare merita di essere spiegato in maniera approfondita. Parliamo del long term retention. Come spiegheremo nelle prossime righe, si tratta della conservazione dei dati per un periodo di tempo molto lungo, ma non per semplici finalità di archiviazione. In un’ottica di risk assessment, è essenziale come supporto eventuale al disaster recovery. Vediamo insieme perché è importante.
Long term retention: che cos’è?
Nel momento in cui i dati oggetto dell’archiviazione hanno perso la loro funzione di dati correnti secondo quelle che sono le policy di “backup retention”, potranno essere conservati in un backup di lungo periodo. Solitamente ciò significa riversare tutte queste informazioni su una serie di supporti meno performanti sotto il profilo della velocità di restore, anche se chiaramente meno soggetti ai limiti di spazio.
Per i backup di lungo periodo esistono diverse soluzioni da poter impiegare, ma una su tutte merita di essere annoverata, ovvero quella di data storage su nastro come i servizi di Data Storage Security. La caratteristica alla base di questi servizi è la scalabilità dell’archiviazione sui server cloud dedicati. In questo modo si riesce ad ottimizzare quelle che sono le esigenze di spazio su quelle di long term retention dell’azienda.
Entrando nel dettaglio della definizione, possiamo vedere dunque che la data retention è in grado di stabilire l’arco temporale in cui un determinato backup rimane disponibile per un eventuale ripristino. Il salvataggio tradizionale dei dati infatti, può avvenire secondo differenti cadenze: giornaliere, settimanali, o mensili, a seconda delle impostazioni. Come detto questo tipo di backup ha un tempo di conservazione inferiore a quelli di lungo periodo.
La finalità di un backup di lungo periodo invece, è quella di consentire il restore dei dati appunto per un tempo prolungato, rendendoli di conseguenza disponibili per il recupero futuro. Avere uno storico su cui fare affidamento significa poter tornare “indietro” nel tempo e dunque recuperare cartelle e file anche molto vecchi. Nell’elaborare un Disaster Recovery Plan è necessario stabilire la tempistica in cui le copie di backup verranno conservate.
Come scegliere la giusta soluzione di backup
Come scegliere la migliore soluzione di backup? Per il quesito non esiste una risposta “universale”, perché tutto girerà intorno alle reali esigenze dell’organizzazione, quindi anche all’assessment aziendale. Questo significa che andrà valutata la tipologia di dati da salvare, ma anche dei servizi essenziali per lo svolgimento dell’attività, anche in un’ottica di penetration testing. Da questo si evince come non possa esistere un’unica soluzione di backup, ma differenti combinazioni.
Un backup corretto presuppone un accurato lavoro di analisi dell’attività, quindi oltre alla tipologia di dati, andrà considerata la quantità di spazio necessaria, la frequenza con cui si desidera effettuare gli aggiornamenti, e quali sono i supporti a cui si dovrà far riferimento. Il long data retention ad esempio, necessita di un backup completo da farsi su un supporto affidabile e chiaramente con uno spazio di archiviazione molto ampio.
Backup retention: è sempre necessario?
Questa tipologia di backup è essenziale per tutte quelle attività che necessitano di un salvataggio di dati storici, che dovranno essere sempre accessibili in qualsiasi momento, dunque disponibili per eventuali ripristini. Nei casi di backup a lungo termine, la soluzione migliore è chiaramente quella di un backup completo. Questo perché utilizzare backup differenziali o incrementali, complicherebbe moltissimo le attività di restore.
In caso di mancanza o di corruzione dei backup intermedi infatti, si rischierebbe di compromettere completamente il recupero dei dati. Un backup full invece ricorre ad un salvataggio totale ad ogni esecuzione, e proprio per questo motivo richiede spazi di archiviazione considerevoli. In altre parole il backup deve seguire quelli che sono il ritmo e l’andamento dell’attività professionale.